martedì 11 giugno 2024

Recensione “The Atlas Six”

 The Atlas Six

di Olive Blake


Informazioni utili

Titolo: the Atlas Six
Autore/autrice: Olivie Blake
Genere: Fantasy/ dark accademia 
Auto-conclusivo/saga: Primo di una serie
Personaggi Principali: Libby, Nico, Reina, Parisa, Callum e Tristan


Trama

Ogni dieci anni, ai sei maghi più talentuosi in circolazione viene offerta la possibilità di conquistarsi un posto nella Società Alessandrina, l'istituzione più segreta ed esclusiva del mondo, che garantirà loro potere e prestigio oltre ogni limite. In occasione della nuova iniziazione, il misterioso Atlas Blakely sceglie: Libby Rhodes e Nico de Varona, due fisicisti che controllano gli elementi e sono in competizione da tempo immemore; Reina Mori, una naturalista che comprende il linguaggio della vita stessa; Parisa Kamali, una telepatica per cui la mente non conosce segreti; Callum Nova, un empatico in grado di far fare agli altri qualunque cosa; e Tristan Caine, capace di smascherare qualsiasi illusione. Ciascuno dei prescelti dovrà dimostrare di meritare l'accesso alla Società e lottare con tutte le sue forze per ottenerlo, sebbene ciò significhi stringere alleanze con i nemici giurati e tradire gli amici più fidati. Perché, anche se i candidati straordinari sono sei, i posti nella Società sono solo cinque. E nessuno vuole essere eliminato. Costi quel che costi.

Recensione 

“The Atlas Six“ è un romanzo fantasy dark Accademia ambientato nel nostro mondo dove però la componente fantasy è dovuta al fatto che parallelamente alla nostra civiltà mondana si è sviluppata una civiltà fatta di maghi e meiani. 
Perché dico che questo romanzo è un dark Accademia? Perché la maggior parte della storia si svolge nella esclusiva e segreta istituzione al mondo “società alessandrina“ che ogni 10 anni recluta sei maghi, tra i più talent in circolazione, per provare a conquistarsi uno dei cinque posti all’interno della società. 
In occasione della nuova iniziazione il custode della società alessandrina Atlas recluta sei maghi che Sono i sei protagonisti della storia: Libby, Nico, Reina, Parisa, Callum e Tristan.

Mi sono approcciata a questo romanzo con delle emozioni contrastanti perché da una parte le premesse mi facevano intuire che sarebbe potuto essere uno dei miei romanzi preferiti, in quanto aveva tutte le caratteristiche che piacciono a me (dark Accademia, fantasy e ci sono dei personaggi ben caratterizzati, Moralmente ambigui), Però dall’altra parte avevo paura che poteva essere anche un grande flop. Sono contenta di dirvi che in realtà questo romanzo mi è piaciuto tantissimo e mi ha conquistato fin dalla prima riga.

Andiamo con ordine, The Atlas Six È un romanzo avvincente, dal ritmo serrato, pieno di colpi di scena, molto originale e allo stesso tempo accademico nella descrizione della società alessandrina e dei compiti da svolgere al suo interno, ma soprattutto è un romanzo che tratta tante questioni “morali“, portando il lettore a riflettere tanto sul tema della libertà, su quanto sia giusto sacrificare il singolo per uno scopo più grande, fino a che punto è importante arrivare alla conoscenza se il prezzo da pagare Non è moralmente corretto e tanti altri argomenti che verranno sviscerati all’interno della storia. Infatti la cosa particolare di questo libro è che pur essendo un romanzo fortemente incentrato sull’azione, e allo stesso tempo un romanzo molto riflessivo e introspettivo, dove gran parte delle pagine sono spese alla costruzione psicologica e morale dei singoli personaggi che infatti sembrano proprio prendere vita sulla carta.

Un altro aspetto che sicuramente mi ha fatto amare tantissimo questa storia e che sicuramente piacerà anche a voi, sono proprio personaggi. Ci dobbiamo di fronte principalmente a sei personaggi totalmente diversi tra di loro, con caratteristiche differenti, con morali diverse e con comportamenti non sempre etici ma molto ambigui proprio perché è insito nell’animo umano questa ambiguità: fino a che punto è un male essere egoisti? È meglio vivere di finto perbenismo o di dichiarare fin da subito che il fine ultimo di ogni essere umano alla fine è la propria sopravvivenza e l’appagamento di propri desideri? 

Libby È una fisica che controlla gli elementi se appena laureata in una prestigiosa università ed è sempre stata ligia alle regole, quindi al dovere, è molto attenta a piacere agli altri e la paura di rimanere sola e di non essere apprezzata la porta a vivere stati di continua ansia e agitazione, che la portano ad essere quasi vulnerabile agli occhi degli altri proprio per questa sua grande insicurezza. È come se non fosse consapevole della sua bravura e del potere straordinario che ha. Per me è stato praticamente impossibile non enfatizzare con lei, in quanto fin dalle prime righe mi sono ritrovata tantissimo nel suo personaggio e molte delle sue paure le ho sentite mie.

Il secondo personaggio che incontriamo è Nico de Varona Anche lui è un fisico ed è sempre stato messo in competizione con Libby, solo che a differenza della sua avversaria accademica, lui è un tipo molto spavaldo e sicuro di sé, è consapevole di essere uno dei maghi fisici più importanti e forti della sua generazione, è consapevole del suo valore e delle sue capacità capacità e trasuda fascino e sicurezza da ogni poro. Che dire Nico de Varona È il classico personaggio che io ritengo il mio punto debole in quanto è un accademico, sicuro di sé, sempre in prima linea, dalla battuta pronta e il sorriso furbo, ma che in realtà nasconde un animo molto più affettuoso e docile.

Il terzo personaggio che incontriamo è Reina mori, una naturalista che comprende il linguaggio della vita stessa, lei fin da subito mi ha colpito perché è una ragazza estremamente potente, ma che ha passato tutta la sua vita a nascondersi dal suo stesso dono. È molto reticente nell’usare il suo potere, ed è come se per lei questa sua abilità è una condanna. È un personaggio molto enigmatico, sembra quasi non provare emozioni, chiusa in una sua bolla fatta di studio e di controllo. È un personaggio che parla poco e agisce solo quando serve, e estremamente riflessiva e taciturna, ma con dei valori ben saldi.

Il quarto personaggio che incontriamo è la classica Femme fatale Parisa Kamali una telepatica per cui la mente non conosce segreti. Dal passato torbido non proprio semplice, Paris è un personaggio ambiguo che fin da subito però mi ha colpito per il suo essere schietta, calcolatrice e diretta nell’ammettere che lei usa le persone per un proprio tornaconto: non agirà mai senza interesse. Sicuramente è un personaggio ambiguo, dalla morale grigia, ma questa sua schiettezza e sincerità è la cosa che più mi ha colpito perché magari sbagliando i toni o comunque risultando fin troppo diretta dice però delle verità che ognuno di noi, in fondo al nostro essere, condividiamo : alla fine l’uomo è portato per natura ad agire per la propria sopravvivenza e per un proprio tornaconto personale, solo che c’è chi lo ammette e per questo risulta anche antipatico agli occhi degli altri e chi invece invece cerca di nascondere la sua vera Natura compiendo magari azioni giudicate moralmente buone.

Il quinto personaggio che incontriamo è Callum Nova, un empatico in grado di far fare agli altri qualunque cosa, si capisce fin dalla caratteristica del suo dono il fatto che anche Callum è un personaggio molto molto ambiguo e che forse susciterà di più l’antipatia del lettore rispetto a una Parisa che per certi versi affascina di più. Ma risiede proprio qui la grande grandezza della scrittura dell’autrice, nel fatto che è riuscito a creare dei personaggi che suscitano antipatia al lettore. Naturalmente questa è una cosa soggettiva perché il personaggio di Callum è estremamente ambiguo e grigio, lui vive di apparenza, vive una vita per certi versi vuota e senza scopi si circonda di persone che può controllare e per questo non ha dei veri legami.tutto questo l’ha portato ad essere estremamente meschino, diretto e calcolatore un po’ come Parisa.  È un personaggio estremamente grigio e allo stesso tempo estremamente interessante da comprendere e analizzare.

Infine l’ultimo personaggio che incontriamo è il personaggio di Trystan che è capace di smascherare qualsiasi illusione e allo stesso tempo di crearle. Il personaggio di Tristan è un personaggio che ha fatto difficoltà ad inquadrare perché per gran parte della storia, per via del suo passato, sembra essere un personaggio incapace di prendere una posizione ma che si lascia trascinare solamente dalla corrente o semplicemente da persone che caratterialmente sono più Forti di lui: da tutti quei personaggi che sembrano essere più autorevoli e che in qualche senso riescono quasi a sottometterlo come se per lui la cosa più importante è l’essere controllato.questo l’ha portato a essere un personaggio all’inizio difficile da inquadrare, ma che poi sicuramente ha suscitato dei sentimenti di compassione da parte mia e quindi da parte dei lettori, proprio per questa sua indole profondamente buona. Infatti lui nel corso del romanzo più di tutti gli altri si metterà costantemente in dubbio circa la moralità o meno delle azioni che si trova a compiere o che si trova  a dover compiere. È un personaggio che sottovaluta anche profondamente le sue vere capacità e potenzialità proprio perché è un personaggio che vuole quasi essere controllato da chi è più predominante di lui. 

Come vedete sono sei personaggi totalmente differenti, da un passato diverso e che quindi riescono ad essere facilmente distinguibili, unici e fortemente umani. E secondo me il vero punto di forza del romanzo oltre sicuramente all’ambientazione alessandrina di questa società segreta che suscita molto fascino nel lettore, Sono proprio questi personaggi così diversi e variegati che incarnano dei valori e delle morali differenti e che portano al lettore a domandarsi sempre cose moralmente giusto e cosa non è moralmente giusto. Infatti penso che la sotto trama o meglio la morale della storia è proprio capire capire fino a che punto possiamo parlare  di azioni etiche e morali, cosa è universalmente accettabile come morale.esiste una morale universale? O la morale quindi comportamenti etici differiscono in base al vissuto della singola persona e della società in cui sono cresciuti? Sono tutte domande a tema filosofico, che sicuramente mi hanno colpito proprio perché io studiando filosofia  Rimango sempre molto sorpresa e incuriosita da questi romanzi fantasy che oltre a una grande trama basata su azione avventura e misteri da risolvere, intrecciano poi questi elementi più filosofici legati all’ambito dell’etica. 

È una storia che mi ha profondamente intrattenuta e colpita, le pagine scorrevano una dopo l’altra ed era impossibile non pensare a Quello che leggevo, anche quando non leggevo. Un romanzo che mi sento assolutamente di consigliare perché è come se ci trovassimo in una società segreta basata sulla cultura e la magia ma che in fondo intesse una trama quasi agli Hunger Games.

XoXo
Chiara, Labotteghinadeisogni 

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