L’isola sotto il mare
di Isabel Allende
Trama
Le eroine di Isabel Allende recano tutte il medesimo tratto dominante: la passione. Sono le passioni a scolpirne il destino. E Zarité Sedella, detta Tété, ultima incarnazione della donna come la vuole Isabel, non fa eccezione. 1770, Santo Domingo, ora Haiti. Tété ha nove anni quando il giovane francese Toulouse Valmorain la compra perché si occupi delle faccende di casa. Intorno, i campi di canna da zucchero, la calura sfibrante dell'isola, il lavoro degli schiavi. Tété impara presto com'è fatto quel mondo: la violenza dei padroni, l'ansia di libertà, i vincoli preziosi della solidarietà. Quando Valmorain si sposta nelle piantagioni della Louisiana, anche Tété deve seguirlo, ma ormai è cominciata la battaglia per la dignità, per il futuro, per l'affrancamento degli schiavi. È una battaglia lenta che si mescola al destarsi di amori e passioni, all'annodarsi di relazioni e alleanze, al muoversi febbrile dei personaggi più diversi - soldati e schiavi guerrieri, sacerdoti vudù e frati cattolici, matrone e cocottes, pirati e nobili decaduti, medici e oziosi bellimbusti. Contro il fondale animatissimo della storia, Zarité Sedella, soprannominata Tété, spicca bella e coraggiosa, battagliera e consapevole, un'eroina modernissima che arriva da lontano a rammentarci la fede nella libertà e la dignità delle passioni.
Informazioni utili
Anno di pubblicazione: 2009
Formato cartaceo: 13€
Formato digitale: 7,99€
Genere: romanzo storico
Recensione
“L’isola sotto il mare” è un romanzo storico, scritto in terza persona, che racconta della vita sulle colonie e della ribellione degli schiavi, trattati peggio degli animali, privati di tutto dalla libertà alla dignità in quanto esseri umani. È un romanzo scorrevole che vi trasporterà subito in un’epoca, il 1700, segnata dalla brutalità, l’ignoranza e l’ingiustizia.
Questo è il secondo romanzo di Isabel Allende che leggo e devo dire che il suo modo di narrare mi ha convinto anche in questo caso seppur con qualche piccolo appunto che vi dirò dopo.
La storia segue le vicende di un proprietario terriero e di una sua schiava Tete, che rispetto a tanti altri, riuscirà ad ottenere la libertà ma non senza sacrifici. Leggere delle atrocità che subiscono gli schiavi e la stessa Teté mi ha fatto raccapricciare e soffrire. È un romanzo che non ti abbellisce la realtà, ma che te la racconta cruda e dura così com’era, non ti fa credere nel lieto fine, ma ti fa comprendere che la vita non è mai giusta, che dopo tante sofferenze non si potrà mai essere felici al cento per cento. Certo l’autrice in qualche modo ci fornisce un finale positivo, ma che ha un sapore dolce amaro perchè è stato ottenuto al costo di perdite di ogni genere e di brutalità inimmaginabili.
La nostra Teté che impariamo a conoscere fin dai suoi nove anni, ha subìto violenze di ogni tipo, ma che ha sempre lottato per la libertà il diritto più importante che ogni essere umano DEVE avere.
“ti è servita qualcosa la libertà? Vivi più povera di prima, non possiedi nemmeno un tetto per tua figlia. In casa mia Rosette ha sempre avuto il suo posto”
“il posto di una schiava, monsieur. Preferisco che viva in miseria e che sia libera“ replico Teté trattenendo le lacrime”
È un romanzo sicuramente da leggere, che parla di razzismo, schiavitù, emancipazione e lotta, ma che descrive anche la vita sulle colonie [santo Domingo - Louisiana], le difficoltà e le privazioni, ma anche le profonde differenze sociali anche tra gli stessi bianchi.
Un romanzo ricco di storia, di lotta e di sopravvivenza in cui non manca una traccia di realismo magico, in questo caso legate alle tradizioni e alla religione della popolazione del luogo e degli schiavi importati dall’Africa, che vi affascineranno o almeno a me hanno colpito e interessato tantissimo.
Non fatevi ingannare dalla trama, non abbiamo un solo protagonista, ma si tratta di un vero e proprio romanzo corale dove seguiamo un gruppo ristretto di persone legati da legami di parentela, amicizia e purtroppo anche di schiavitù.
Una lettura impegnativa ma allo stesso tempo scorrevole molto al femminile per certi versi, che vi consiglio caldamente.
Però se devo essere sincera ho trovato il romanzo, per quanto toccante per le vicende narrate, un po’ freddo perchè secondo me la terza persona e l’arco temporale così ampio in cui si svolge la vicenda, hanno tolto spazio all’introspezione dei personaggi che sono risultati un po’ delle pedine che servivano ad incarnare un ideale/uno schieramento politico, ma comunque il tutto è stato fuso bene e non ha inciso più di tanto sulla realizzazione della storia.
XoXo
Chiara, labotteghinadeisogni
Nessun commento:
Posta un commento