sabato 19 agosto 2023

Recensione "Le Vergini"

Le Vergini

di Alex Michaelides 



Trama 

Ci sono professori capaci di incantare e far scoprire universi interi. È il caso dell'eccentrico, coltissimo Edward Fosca, il cui corso di tragedia greca è seguito con passione quasi ossessiva. Tanto che alcune studentesse, conquistate e rapite da quelle storie antiche, hanno fondato una setta segreta: Le vergini. Ma le ombre dei miti classici arrivano a minacciare gli alti saloni e le guglie gotiche di Cambridge. E quando alcune ragazze vengono ritrovate uccise molti degli indizi conducono proprio al professor Fosca.

Informazioni utili 

Anno di pubblicazione: 2021
Formato cartaceo: costo 13€
Formato digitale: costo 9,99€
Genere:  thriller (vibes dark accademia)

Recensione 

Le Vergini ” è un romanzo che si presenta come un thriller strettamente intrecciato alle vicende, ambigue, di un gruppo di studentesse che ruotano intorno ad un professore carismatico, giovane e molto colto che tiene un corso di tragedia greca all’Università di Cambridge. Sono elementi che fin da subito mi hanno fatto pensare ad un libro dalle vibes dark accaddemia che rimandasse per un certo senso al celebre romanzo “Dio di illusioni”.

Queste aspettative da una parte sono state mantenute, ma devo dire che il libro non mi ha convinto, partendo proprio dal finale che ho trovato frettoloso e poco approfondito in quanto vengono aperte molte storyline che poi rimangono in sospeso.

Ma andiamo con ordine, la prima cosa che non mi ha convinto è stata la poca attenzione prestata al caso, che doveva essere il fulcro del romanzo, che invece è  stato incentrato per lo più sulla vicenda personale della protagonista Mariana, una psicoterapeuta che ha da poco perso suo marito, l’unica persona che le rimaneva nella vita, in quanto orfana di genitori. 

Per quanto la storia di Mariana sia drammatica e toccante, specialmente nella prima parte del romanzo è stata la sola ad essere approfondita e narrata, con continui flashback che ci hanno aiutato a ricostruire la vita della protagonista, ma che hanno tolto attenzione al caso, rallentando non solo la narrazione, ma influendo in maniera cospicua sull’analisi del caso. Infatti la protagonista Mariana si ritrova a voler indagare sulla faccenda, in quanto sua nipote sembra niente coinvolta e soprattutto sembra essere in pericolo.

Il punto di vista così tanto imparziale e non veritiero non ci permette di partecipare attivamente al caso e cercare di risolvere il mistero. Infatti la narrazione in terza persona con il punto di vista unicamente di Mariana, ha penalizzato tantissimo il romanzo che seppur scorrevole e atmosferico, si è risolto in maniera banale, quasi improbabile e molto lontano da quello che fino a quel momento avevamo letto, finendo si con un plot twist, ma senza fondamento.

Le uniche parti veramente interessanti del romanzo sono state le descrizioni del college di Cambridge, le profonde citazioni letterarie, il personaggio del professore Edward Fosca, personaggio che secondo me doveva essere approfondito maggiormente in quanto sembra nascondere anche lui un passato torbido e sicuramente il gruppo di queste studentesse che hanno il nome di “Le vergini“. 

Permettetemi di dirvi una cosa: ecco il senso di quelle vecchie tragedie greche. Cosa significa essere umani. Cosa significa essere vivi. Se quando le leggete, la cosa che vi sfugge, se non vedete altro che qualche parola morta, allora vi sfugge tutto, dannazione. E non mi riferisco solo le opere teatrali: mi riferisco alle vostre vite, in questo momento. Se non siete consapevoli del trascendente, se non siete consci del mistero glorioso della vita e della morte di cui avete la fortuna di fare parte, se tutto ciò non vi riempie di gioia e non vi intimorisce… Forse non siete nemmeno vivi. È quello il messaggio delle tragedie. Siate parte del prodigio. Per il vostro bene vivetelo.

Ecco questi punti che erano quelli veramente interessanti del romanzo che portano il lettore ad andare avanti nelle pagine, rimangono purtroppo in sospesi e non vengono minimamente approfonditi. È come se il romanzo si chiudesse proprio sulla più bello, l’autore infatti, una volta risolto il mero caso, tronca la narrazione senza chiudere tutte le sotto trame che aveva aperto durante il corso del libro. 

Personalmente non mi sento di consigliarlo perché per quanto ricco di atmosfere e di passaggi interessanti e suggestivi, di per sé è tutta apparenza o come si dice in un detto popolare è “tutto fumo negli occhi”.

XoXo 
Chiara, Labotteghinadeisogni

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